La gestione della temperatura corporea non incide sulla capacità cognitiva e sulla qualità di vita dopo arresto cardiaco
I pazienti con arresto cardiaco extra-ospedaliero sottoposti a gestione mirata della temperatura corporea a 33°C oppure a 36°C hanno presentato funzioni cognitive e qualità di vita simili.
E’stato condotto uno studio a gruppi paralleli, randomizzato, nel periodo 2010-2013, che ha riguardato 939 adulti privi di conoscenza con arresto cardiaco di presunta origine cardiaca.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale alla gestione della temperatura a 33°C o a 36°C.
Dopo 6 mesi è stata compiuta una visita di follow-up che ha riguardato la funzione cognitiva, l’attività di vita quotidiana, il recupero mentale e la qualità di vita.
Risultati precedentemente pubblicati non avevano evidenziato alcuna differenza tra i gruppi riguardo alla mortalità, il punteggio alla scala Cerebral Performance Category ( CPC ) o il punteggio alla scala Rankin modificata.
Nella popolazione esaminata secondo intention-to-treat che ha incluso anche coloro che non erano sopravvissuti all’arresto cardiaco, il punteggio mediano alla scala MMSE ( Mini-Mental State Examination ) per la valutazione della funzione cognitiva è stato pari a 14 per i pazienti assegnati alla temperatura 33°C vs 17 nel gruppo 36°C ( P = 0.77 ).
La sola inclusione di coloro che erano sopravvissuti non ha modificato i risultati ( P=0.61 ).
Il punteggio mediano alla scala Informant Questionnaire on Cognitive Decline in Elderly ( IQCODE ) è stato pari a 115 nel gruppo 33°C contro 115 nel gruppo a 36°C ( P=0.57 ).
Il punteggio mediano alla scala IQCODE era nel range di declino per entrambi i gruppi ( gruppo 33°C, mediana, 79.5; gruppo 36°C, mediana, 80.7; P = 0.04 ).
La funzione cognitiva è risultata simile in entrambi i gruppi di intervento, ma molti pazienti hanno riportato alterazioni non-rilevate in precedenza dalle scale standard di esito.
Non è stata riscontrata differenza tra i gruppi nelle auto-segnalazioni di richiesta di aiuto per le attività quotidiane tra i sopravvissuti ( gruppo 33°C, 18.8%; gruppo 36°C, 17.5%; P= 0.71 ) o nelle auto-segnalazioni di completo recupero mentale ( gruppo 33°C, 66.5%; gruppo 36°C, 61.8%; P=0.32 ).
I punteggi aggregati della componente mentale e fisica della scala Medical Outcomes Study ( MOS ) 36-Item Short Form Health Survey ( SF-36 ) ( versione 2 ) riguardo alla qualità di vita sono risultati paragonabili a quelli della popolazione generale e non differivano tra i due gruppi ( componente mentale, 49.1 per gruppo 33°C vs 49 per gruppo 36°C; P = 0.79; componente fisica, 46.8 per gruppo 33°C versus 47.5 per gruppo 36°C; P = 0.45 ). ( Xagena2015 )
Fonte: JAMA Neurology, 2015
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